Per capire questa affascinante attività, abbiamo chiesto l’aiuto di Roberto, un coach di arrampicata di professione che ci ha aperto il mondo del free climbing fiorentino.
Sono un allenatore. Da diversi anni seguo sia i giovani del gruppo sportivo della asd CAIFIRENZE CLIMBING, che si allenano presso la palestra del Mandelaforum a Firenze, che anche diversi atleti italiani di altre regioni che gareggiano sia a livello nazionale che internazionale.
Che cos’è il “free climbing”?
Il termine “free climbing” (arrampicata libera) venne coniato negli stati uniti molti anni fa per identificare una tipologia di scalata su pareti naturali che si distingueva eticamente dal suo termine opposto, ovvero l’ “aid climbing” (arrampicata con aiuto) tipica dell’alpinismo. Il free climbing nasce dunque dall’alpinismo (cioè dal desiderio di arrampicare una parete) ma se ne distingue per lo scopo e il metodo. Il metodo è appunto quello di utilizzare solo mani e piedi per la progressione a differenza dell’alpinismo in cui vengono utilizzati numerosi strumenti che servono per aiutare o facilitare la salita. Lo scopo è quello di superare una difficoltà oltre che raggiungere una meta. Il termine free climbing non è più di uso comune ed è oggi sostituito da arrampicata sportiva (sport climbing).
Da quanto tempo pratichi il free climbing?
Da molti anni, ma con vera dedizione sono poco più di 15, parallelamente all’inizio della carriera universitaria (l’allora ISEF) grazie alla quale ho potuto farmi una formazione specifica e studiare la materia.
Che cosa ti piace di questo sport?
Mi piace il “clima” delle serate in palestra, le emozioni delle scalate sulla roccia, il risultato dopo la fatica. mi piacciono le sensazioni del corpo in movimento, un movimento che quando arrampichi è “totale”. Mi piace quando un giovane si appassiona.
Vi allenate in palestra o anche fuori?
Sia fuori che in palestra; in genere l’allenamento vero e proprio è indoor e per molti (ma non per tutti) la roccia rappresenta la finalizzazione dello stesso.
Quali sono i posti migliori a firenze, sia all’interno che all’aperto, per allenarsi?
Nel comune di Firenze abbiamo 3 palestre: MANDELAFORUM gestito dal CAI, HUBBLE in via delle Panche e STONE MONKEY a Soffiano. Non esistono falesie di roccia degne di nota nei dintorni di Firenze, per scalare in sicurezza occorre andare in provincia di Lucca o Pistoia, Mt. Amiata o appena fuori regione.
Quali consigli dai a qualcuno che vuole provare?
Consiglio di iniziare con un corso base per apprendere i movimenti e le tecniche, senza le quali tutto diventa più faticoso.
A che età si può cominciare?
La domanda corretta è “a che età si può RI-cominciare”? Perché tutti gli esseri umani per imparare a stare in piedi e camminare per farlo hanno dovuto aggrapparsi e tirarsi su. Arrampicare è nel bagaglio motorio della specie, si disapprende molto presto, quando non è più necessario al vivere quotidiano. Prima uno comincia e più facilmente riuscirà a trovarsi a suo agio in una parete. Ma, a livello di attività, dai 3 anni è già possibile continuare l’esperienza dell’arrampicarsi, poi dagli 8 per chi lo vuole è già agonismo. Possono provare tutti senza limiti di età e capacità, anche disabili fisici e sensoriali.
Quando è che si è diffuso a Firenze questo sport?
Inteso come attività amatoriale non codificata da gare credo dal momento in cui si è diffusa in tutto il mondo ovvero i primi anni 80 e sicuramente anche prima.. intesa come sport arrampicata, le prime gare si sono diffuse negli anni 90.
Quali sono gli ostacoli più difficili da superare?
L’ostacolo maggiore è semplicemente la PAURA. Chi non è a “suo agio” con il vuoto trova molta difficoltà indipendentemente dalla difficoltà oggettiva del percorso da salire. Le vertigini, vere, sono rare. Per questo è una buona terapia per vincere le insicurezze, trovare il coraggio e accrescere la propria auto-efficacia. È potenzialmente pericoloso, perché un errore nell’uso dei materiali può avere conseguenze anche gravi. Occorre fare pratica e acquisire esperienza. In arrampicata con la corda si utilizzano vari strumenti di assicurazione e si è sempre in due.
Cosa si prova quando si conclude una scalata?
Se per “concludere” si intende semplicemente arrivare in cima al percorso (che in gergo viene chiamato “via”) questo si può concludere “vittoriosamente” in un modo soltanto, ossia partire di fondo a cima senza mai fermarsi appesi alla corda. Questo è l’obiettivo sportivo che porta chi lo persegue a confrontarsi con difficoltà sempre prossime al proprio limite. Il successo è gioia pura, tale e quale a tutti gli altri sport.
Fai qualcosa di diverso dal solito, guarda subito come divertirsi fuori dall’ordinario!
Credits: CAI FIRENZE, NG
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